INDIA 2014  –   VISITA AI PROGETTI FUA

“Un bambino, un maestro, una penna e un libro possono cambiare il mondo” (Malala Yousafzai, premio Nobel per la Pace 2014)

23.11.2014 MARIA RANI HOME

Arriviamo all’ostello delle Sisters of the Destitute di Hyderabad domenica mattina, dopo una notte passata in parte in aereo e in  parte all’aeroporto di Dubai. Ci accolgono sr. Rosette e sr.Jasmine con Andry, l’autista. In un paio d’ore siamo all’ostello, che prossimamente cambierà nome: non si chiamerà più Andhra Rani Home, bensì Maria Rani Home. Questo poiché Hyderabad si trova ora in un nuovo stato indiano: il Telangana. Il vecchio Andhra Pradesh è stato diviso in due stati: il Telangana, con capitale Hyderabad, e l’Andhra Pradesh, con capitale Dungur. Fortunatamente, il nostro ostello è sempre al solito posto, e come al solito, veniamo calorosamente accolti da tutte le nostre Rani Girls.

Sono 73 e sono tutte in gran forma. Ci presentano, con la solita perizia, un ottimo programma di canti e balli. Molte ragazze hanno ormai 19-20 anni e stanno studiando infermeria e ingegneria. Terminati gli studi entreranno nel mondo del lavoro. Tutto ciò viene sottolineato con giusto orgoglio da suor Rosette. E rende pure noi fieri del nostro contributo.

Facciamo il giro dell’ostello con sr. Rosette che ribadisce la necessità di ristrutturare la fatiscente baracca che ospita lo staff. Scattiamo un po’ di foto e notiamo alcune ragazze dello staff che lavano i panni a mano. Chiediamo a sr. Rosette se serve una “washing machine”. Dice di sì. Servirebbero anche un nuovo televisore per le bambine e una nuova macchina fotografica. Mi scrive su un foglietto il loro prezzo: macchina da lavare 30’000 rupie (450 fr.), televisore 17’000 rupie (300 fr.), macchina fotografica 11’000 rupie (200 fr.).

Suor Rosette e suor Jasmine non saranno più qui l’anno prossimo. Nel loro ordine monastico vige la regola della rotazione, e ogni tre anni le suore devono cambiare sede. In primavera deciderà per loro la superiora della congregazione. Suor Rosette, per motivi imperscrutabili, ha potuto rimanere in questo ostello per ben sei anni. Ci ha preparato, come al solito, foto e letterine di Natale.

24.11.14 – ASHA NILAYAM

Suor Treasa, suor Rosy, suor Maryann, e suor Hagy, ci accolgono all’entrata dell’ostello con tutti i nostri “sponsored children”. Facciamo il giro dell’ostello e fotografiamo il nuovo edificio che ospita lo staff, con la lavanderia, con la nuova stalla e con il deposito per la legna. Chiedo se ci sono problemi con i tagli di corrente. Dice di no. Ma aggiunge che il generatore a batteria è ormai stravecchio. Ne servirebbe uno nuovo, il cui costo si aggira attorno alle 50’000 rupie (circa 900 franchi).

Controlliamo foto e letterine. Tutto ok. Alle 12.30 il solito Program, troppo lungo per noi che parliamo male il telugù! Poi arriva il momento del triste saluto, poiché sr. Treasa e sr. Rosy l’anno prossimo, per la regola della rotazione, non saranno più qui. Sr. Treasa non finisce più di ringraziare la FUA per tutto quanto ha fatto per l’ostello Asha Nilayam in questi anni. Ė visibilmente commossa e in fondo, un poco anche noi.

25.11.14 – COIMBATORE

Veniamo accolti all’aeroporto di Coimbatore da sr. Isabella e sr. Sujatha. Alle 20 siamo all’ostello Marialaya di Coimbatore, gestito dalle suore salesiane. La direttrice è sr. Amali Yacob, l’anno scorso direttrice a Erode, che è aiutata da altre tre suore. Le 77 ragazze dell’ostello ci presentano un breve programma di canti e balli. Sono tutte e 77 in gran forma e un po’ eccitate per la nostra visita.

Controlliamo le lettere e le foto. Quest’ultime sono molto belle. Si nota subito che sono state scattate da un fotografo professionista. Ci complimentiamo. Facciamo il giro dell’ostello e sr. Amali ci mostra il Solar Power System, comperato grazie alla FUA. Poi ci presenta tre nuove richieste, con offerta scritta. Desidera pavimentare la zona antistante l’entrata dell’edificio,come è stato fatto a Erode, per evitare di portare fango all’interno durante la stagione delle piogge. Costo della pavimentazione 275’000 rupie (4’200 fr.). Desidera inoltre coprire con tettoie le zone dove si lavano le ragazze, attualmente esposte agli sguardi indiscreti dei nuovi vicini. Hanno infatti costruito nuovi stabili nei terreni accanto. Costo delle tettoie 315’000 rupie (4’500 fr.). Terzo desiderio: secondo le nuove disposizioni di polizia l’ostello deve essere munito di una videocamera, che dovrà fungere da spioncino per il controllo dei visitatori, e che andrà installato accanto al cancello d’entrata. Costo della videocamera con installazione 100’000 rupie (1’500 fr.). Sr. Isabella ci presenta invece la sua richiesta per la formazione professionale. Un progetto da 100’000 franchi che va oltre le nostre attuali possibilità finanziarie.

Lasciamo Coimbatore all’una, subito dopo pranzo, e alle due siamo già a Tiruppur.

26.11.2014 TIRUPPUR

Sr. Victoria, sr. Saluja, sr. Caroline e sr. AnnMary ci accolgono con un buon caffè. Controlliamo subito lettere e foto per padrini con sr. Victoria, la direttrice dell’ostello Marialaya di Tiruppur. Facciamo giro dell’ostello e fotografiamo il nuovo depuratore dell’acqua, donato dalla FUA. In questo momento è spento. Aspettano il tecnico che deve aggiungere una sostanza chimica.

Sr. Victoria ci consegna il Budget 2015 e una richiesta d’aiuto. Anche qui, come a Coimbatore, la polizia vuole che si installi un sistema di video-controllo. Alle 17 le nostre macchine fotografiche si scatenano: tornano le ragazze da scuola! Segue alle 18 un benvenuto con canti e balli in mezzo a un nugolo di zanzare tutt’altro che amichevoli. Ma c’è una sorpresa…non ci fermeremo a Tiruppur!

27/28.11.14 – ERODE

Solitamente ci fermiamo una notte a Tiruppur, ma non questa volta. Sr. Nirmala, direttrice dell’ostello di Dharmapurì, chiede di anticipare di un giorno il nostro arrivo al suo ostello, poiché sabato mattina dovrà partire per un convegno a Chennai. Ceniamo e alle 20 saliamo sulla jeep che è venuta a prenderci da Erode. Dopo un’ora e mezzo di strade tortuose arriviamo all’ostello Marialaya di Erode. Ci accolgono sr. Arul Mary, la nuova direttrice, sr. Imelda e le nostre “sponsored girls”, che ci cantano una breve canzone. Poi tutti a letto, poiché siamo stanchissimi.

Il mattino dopo controlliamo foto e lettere. Tutto ok. Sr. Arul Mary ci ha preparato le schede di 23 nuove ragazze (foto e dati biografici). Saliamo poi sul tetto per fotografare i due nuovi POWER SOLAR SYSTEM, uno per l’edificio delle ragazze e uno per quello delle suore, sponsorizzati dalla FUA. Suor Arul Mary ci consegna un’offerta per la costruzione di una RECPTION UNIT, un piccolo edificio da realizzare sul tetto del garage, che funzionerà come struttura di prima accoglienza per le bambine trovate abbandonate per strada e portate qui dalla polizia.

Lasciamo Erode subito dopo pranzo.

28/29.11.14 – DHARMAPURÌ

Eccoci a Dharmapurì. Eccoci tra le nuove mura dell’ostello Marialaya di Dharmapurì, costruite anche grazie al contributo della FUA. Ecco il nuovo impressionante skyline,  creato dall’edificio scolastico che, sebbene ancora in costruzione, si erge maestoso accanto al piccolo ostello delle suore salesiane. Sr. Nirmala e sr. Lourdu ci stanno aspettando e ci accompagnano sul cantiere. Salutiamo l’architetto, giovane e simpatico, che ci spiega che l’edificio sarà pronto fra tre mesi. Poi occorrerà arredare le aule scolastiche. Ma sr. Nirmala ci assicura che l’inaugurazione della scuola avverrà nel mese di giugno del 2015. E ovviamente siamo tutti invitati.

Per giugno verranno terminati il piano terra e il primo piano. Costo totale circa 200’000 franchi. Poi se in futuro arriveranno altri soldi verrà costruito anche il secondo piano. La scuola potrà così ospitare mille scolare, dalla prima alla dodicesima classe, ovvero dai sei ai diciotto anni. Facciamo un sacco di foto ai muratori e alle donne che stanno lavorando sul cantiere. Quaranta fra muratori e manovalanza femminile. Le donne, in sari sgargianti, portano sulla testa catini contenenti sabbia e cemento. Ad eccezione di una rudimentale betoniera a motore diesel, non ci sono macchinari come sui nostri cantieri. Tutti i muratori, con il dothi avvolto intorno alla vita e il turbante sulla testa, si muovono su impalcature di canne di bambù, a piedi nudi e senza alcuna protezione che possa impedire loro di cadere nel vuoto.

Torniamo all’ostello per un caffè e per il controllo di foto e lettere per i nostri padrini. Tutto ok.  Sr. Nirmala ci consegna anche le foto e i dati biografici di tre piccole nuove ospiti dell’ostello: Kavia, Monika e Pavithra.  Ci presenta pure sei ragazze sordomute, arrivate di recente all’ostello. Con fatica e con soli gesti scambiamo con loro un breve saluto. Dopo cena le nostre 24 meravigliose ragazze ci presentano un breve spettacolo. Poi restiamo un po’ con loro a chiacchierare. Per fortuna il loro inglese è un poco migliorato. Sr. Lourdu viene a salutarci. Parte per Calcutta, per partecipare a un convegno. La durata del viaggio in treno è di 36 ore.

Il mattino seguente sr. Giovanna e sr. Maria ci preparano la colazione, e ci dicono che sr. Lourdu ha perso il treno e dovrà prendere l’aereo. Sarà il suo battesimo dell’aria. Viene a salutarci sr. Nirmala, anche lei in partenza per un convegno a Chennai. Intanto sr. Jayamani cerca di spiegarci il complicato sistema delle caste indiane, un ginepraio invero assai problematico. Comunque ci precisa che tutte le nostre bambine sono DALIT, ovvero “fuori casta”, appartenenti cioè alla fascia più sfavorita della popolazione. È sabato, e le nostre 24 bambine non vanno a scuola. Facciamo loro delle foto mentre innaffiano ciascuna il proprio piccolo giardino. Infatti una parte dell’immenso terreno delle salesiane, è stato suddiviso in 24 piccole parcelle, dove ogni bambina ha piantato piante e fiori di sua scelta. Ci mostrano con fierezza i risultati del loro lavoro, mentre fanno avanti e indietro con pesanti secchi d’acqua per innaffiare il terreno. Poi alcune fanno i compiti, altre lavano i panni, altre giocano con piccoli pezzetti di carta. Nei nostri ostelli non ci sono giocattoli.

30.11.14 – TRICHY

Siamo nella sede dei salesiani del Tamil Nadu, a Trichy. Invitiamo a cena father Santhanaraj, l’economer, poiché il nuovo responsabile dei nostri progetti, fr. Ricopar, è in viaggio nel Nord, e ci raggiungerà martedì mattina a Keela Eral.

Santhanaraj e Arockiaraj, il segretario che ha raccolto per noi lettere e foto per i padrini, ci accompagneranno nel viaggio. Ci preannunciano che non dormiremo, come al solito, a Melanmarainadu, ma passeremo la notte nel nuovo ostello salesiano di Keela Eral.

Con Arockiaraj controlliamo tutte le lettere e tutte le foto che gli sono pervenute dai nostri tre progetti gestiti dai salesiani: Melanmarainadu, Therespuram e Keela Eral.

1.12.14 – MELANMARAINADU

Da Trichy partiamo per Melanmarainadu. Percorriamo belle strade con la confortevole auto dei salesiani guidata da Nagaraj, l’autista, papà di due splendidi gemelli, che ormai da sei anni mi accompagna nella visita ai nostri progetti. Con noi c’è solo Arockiaraj, poiché father Santhanaraj ha avuto un impegno improvviso. Ahhh questi salesiani sempre super impegnati! Dopo cinque ore esatte di viaggio siamo all’ostello salesiano di Melanmarainadu, in mezzo a una splendida campagna verdeggiante.

Ci accolgono fr. Sebastian, il direttore, e fr. Arockiam, il segretario fresco di laurea in diritto. Ci sono anche due ragazze tedesche, Teresa e Johanna, che sono qui per un anno come volontarie a insegnare inglese. Segue una breve cerimonia di benvenuto con i nostri “sponsored children” e gli altri circa 300 allievi della scuola. Facciamo qualche chiacchiera con i “nostri” ragazzi, che purtroppo ancora faticano con l’inglese, e scattiamo alcune foto con loro. Father Arockiam mi accenna ad alcuni lavori di manutenzione che lo stabile necessita, poiché ormai un po’ in là con gli anni. Gli suggerisco di fare una richiesta scritta alla FUA. Ormai sono le 17 ed è già quasi buio. Risaliamo in auto e ripartiamo per Keela Eral. Strade strette e traffico pazzesco. Alle 18:30 siamo alla periferia di Keela Eral, dove ci aspetta il direttore dell’ostello, father Amaladoss, che ci accompagna in un centro salesiano per il doposcuola. Nel centro manca la luce, in compenso ci sono una marea di bambine e di bambini. Ci si vede poco, ma a sufficienza per essere colpiti dalla loro bellezza. Assolutamente spettacolare! Mai visto bambine e bambini così belli. Recitano per noi alcune brevi poesie, di cui non capiamo un accidente. Dopo un quarto d’ora risaliamo in auto e, percorrendo l’autostrada in contromano per circa 5 minuti (!!!) raggiungiamo l’ostello nuovo fiammante di Keela Eral. Siamo stravolti, ma la cena si svolge in allegria. Alla lunga tavolata siedono ben 15 commensali: ben 5 fathers, 3 brothers, il parroco di Keela, altre due ragazze tedesche, Sophie e Anna, anche loro volontarie come insegnanti di inglese, Arockiaraj con l’autista, Marisa ed io. Cena modesta, ma annaffiata da ottima birra , la Kingfisher Gold, e soprattutto condita da un’ottima compagnia. Il parroco di Keela Eral è simpaticissimo, ha studiato diritto canonico all’università salesiana di Roma, e ora lavora anche al tribunale di Tuticorin. Si chiama Vincent, è nato il primo di aprile del 1956 (lo dice sghignazzando) e ha due occhi mobilissimi e buoni.

È la prima volta che dormiamo a Keela Eral. Siamo all’interno di una cittadella salesiana, composta da diversi edifici: ostello femminile, ostello maschile, college per 500 studenti e nuovo edificio amministrativo, che ospita 5 fathers e 3 brothers, che si occupano dei 50 boarding students. Qui ci sono anche la cappella, le cucine e le camere per gli ospiti. Purtroppo siamo in un periodo di pujas, le cerimonie religiose induiste, per cui già alle quattro del mattino veniamo svegliati da canti e litanie sparate a non sappiamo quanti decibel. Una  vera e propria follia. Per completare l’opera, sappiate che appena finite le cerimonie indù iniziano le pujas cristiane, ovvero la messa sparata anch’essa a svariati decibel. Da queste parti, ma in fondo in tutta l’India, gli dei sono alquanto sordi. Nella cappella dei salesiani spettacolare dipinto di Gesù, raffigurato con il tipico viso dell’iconografia cristiana, ma con il corpo tipico dell’iconografia buddista. Insomma, metà Cristo, metà Buddha.

Incontriamo finalmente father Rico, il nuovo responsabile salesiano dei nostri progetti, colui che ha sostituito fr. Thamburaj. Ha un’aria giovanile. Ci chiede se lettere e foto per i padrini andavano bene, e ci accenna ai lavori di manutenzione che andrebbero fatti allo stabile di Melanmarainadu.

Subito dopo colazione ci vengono a trovare suor Angela e suor Eedal Queen, due salesiane del vicino ostello femminile, che ospita ben 80 ragazze, che frequentano il vicino college salesiano, praticamente il nostro liceo. Ci chiedono se possiamo comperare loro un nuovo pulmino. Costo dello schoolbus: 14 lakhs, circa 20’000 franchi.

L’incontro con i nostri piccoli “sponsored children” di Keela Eral, accompagnati dalle loro giovani e sorridenti madri, è sempre un momento di grande emozione. Sono giunti presto alla scuola dei salesiani. Sono appena le otto del mattino e sono già tutti qui.

3.12.14 – CHANGANASSERY

All’aeroporto di Cochin ci accolgono sr. Nayomi e sr. Christa, che non vedevamo da due anni. Ci portano all’ostello MERCY HOME a Changanassery, con la nuova jeep-furgoncino guidata dal simpatico Thomas. Malgrado sia già un po’ in là con gli anni, se la cava bene in mezzo al traffico caotico di Cochin. Dopo tre ore in strade orribilmente trafficate e inquinate, arriviamo all’ostello MERCY HOME. Crolliamo nei nostri letti e al mattino incontriamo le altre suore: Annjos, Rose, Mariella, Rosely la cuoca, Josmine, Nidu Rose, Florence e Antonia, 90 anni compiuti lo scorso settembre. Nell’ostello ci sono in totale undici suore che si occupano di 58 disabili.

Oggi, tra l’altro, è la GIORNATA MONDIALE DEL DISABILE. Ci sarà una grande festa per i “disabled children” a Kottayam, una ventina di chilometri da qui. Ci vanno 7 nostre ragazze, a presentare una loro danza e alle 9:15 si infilano nella jeep assieme a due suore e a una sedia a rotelle. Noi visitiamo l’ostello con sr. Annjos, che ci mostra il nuovo stabile costruito grazie ai donatori FUA,  e che comprende il refettorio al pianoterra, la nuova sala Mando al primo piano, e il locale stenditoio al secondo piano. Tutti i piani sono collegati tra loro da  lunghi corridoi in pendenza percorribili con sedie a rotelle. Grazie alle sedie a rotelle elettriche donate dalla FUA, ora Reena, Sherly, Aswathi e Maria, si possono muovere liberamente all’interno dell’ostello.

Nel Centro di riabilitazione visitiamo diversi locali,e tra questi quello veramente splendido per la TERAPIA SENSORIALE. Qui i soffitti sembrano quadri di Mondrian, mentre le pareti sono attrezzate con oggetti destinati a creare un’emozione sensoriale. Dal tatto all’olfatto, dalla vista all’udito. Per quanto riguarda l’udito sono state predisposte le sedi per l’inserimento di apparecchi audio per ascoltare i diversi suoni della natura. Altri attrezzi presenti servono per sviluppare il controllo dell’equilibrio. Suor Nayomi ci annuncia con fierezza che Ginumol, la “nostra” ragazza senza braccia, diplomatasi due anni fa in discipline artistiche e graphic design, lavora adesso come animatrice in un ospedale per bambini. Mi consegna l’Annual Report 2013-2014, il Budget per il 2015.

4.12.14 – KANJIRAPPALLY

A un’ora d’auto da Changanassery, c’è il villaggio di Kanjirappally, dove si trova l’ostello HOME OF PIECE. Qui ci sono 7 suore che accudiscono 22 bambini con gravi disabilità. Ci accolgono sr. Nancy, la superiora, sr. Jancy (sua sorella gemella), sr. Jessy, sr. Elisabeth Maria e sr. Bibbiana la cuoca. Facciamo foto con i ragazzi che ci cantano una bella canzone. Sono tutti allegrissimi, poiché grazie alla nostra visita oggi hanno saltato le lezioni. Sister Jessy ci mostra le opere realizzate grazie al contributo finanziario della FUA: toilette con rispettive porte, pavimenti e pareti piastrellati, tettoia per lo stenditoio, sentieri ricoperti di ghiaia, nuova cabina telefonica, verniciatura  della cappella e lucidatura dei banchi. Sister Jessy non finisce di ringraziare la FUA e, in particolare, mister Rudy, che di sua iniziativa ha chiesto cosa la FUA avrebbe potuto fare per migliorare la qualità della loro vita. Abbiamo poi controllato lettere e foto. Tutto perfetto.

Il nostro viaggio finisce qui. La nostra visita agli ostelli è terminata.

Ho posto in esergo, e quale esordio al nostro viaggio, la frase che Malala Yousafzai pronunciò nel 2013 al Palazzo di Vetro della Nazioni Unite:

UN BAMBINO, UN MAESTRO, UNA PENNA E UN LIBRO POSSONO CAMBIARE IL MONDO.

Erano passati pochi mesi da quando questa giovane ragazza pachistana fu ferita a colpi d’arma da fuoco sparati da talebani contrari all’educazione femminile. La sua colpa era quella di voler andare a scuola, di rivendicare il diritto all’istruzione delle bambine, delle ragazze, delle donne.

Un paio di mesi fa, a Malala è stato attribuito il  Premio Nobel per la Pace 2014. Ė diventata in tal modo il simbolo della lotta per l’istruzione femminile nel mondo.

Penso di interpretare il pensiero di tutti noi – membri della FUA, padrini, donatori e volontari – affermando che possiamo andare fieri di ciò che stiamo realizzando, cioè quello di DARE UN MAESTRO, UNA PENNA E UN LIBRO…E NON SOLO, alle nostre bambine e ai nostri bambini.