PROGETTO DON BOSCO DAKUDANGA
(distretto di Morang) Nepal

Villaggio Arcobaleno

Grazie alla sensibilità e alla generosità dei nostri donatori, sono già arrivati i soldi per la costruzione di  tutte le 32 case.
I lavori sono ormai quasi terminati

e … per chi volesse regalare degli animali alle famiglie di Dakudanga:

PACCHETTO DI 5 ANIMALI CHF 455.-

coppia di piccoli bufali d’acqua utili all’agricoltura CHF 195.-

giovane mucca CHF 150.-

capra CHF 55.-

maiale CHF 55.-
p.s. naturalmente é possibile offrire pure singolarmente

Prodotto da Padre Jacob dopo la distruzione del villaggio avvenuta il 19 maggio 2010

1. Il nostro obiettivo : Quanto intendiamo fare come Fondazione Umanitaria Arcobaleno è appoggiare finanziariamente la costruzione di 32 case per 32 famiglie, costrette ad emigrare a causa della violenza subita (vedi paragrafo 4)

2.- Stima dei costi

SPESA TOTALE per una capanna Rs 53.500.-
Per la costruzione di una casa per una famiglia occorrono CHF 650.-
a.- palo di cemento x metro:
Rs 300.-
totale 40 m Rs 12.000.-
b.- bambù: 60 paletti ognuno
Rs  120.-
totale 60 paletti
Rs   7.200.-
c.- altro materiale: filo di ferro a rotoli
un rotolo: 22 m Rs 4.700.-
occorrono 4 rotoli, totale
Rs 18.800.-
d.- corde, chiodi, bulloni ecc.
Rs   3.500.-
e.- lavoro specialistico x fissaggio
Rs   6.000.-
f.- lavoro di finitura con argilla  e fogliame, rametti di bambù
Rs   6.000.-

3.- I nostri agenti sul terreno :

– Edvige Dell’Ambrogio, membro del nostro Consiglio di Fondazione e responsabile dei nostri progetti in Nepal, redattrice delle righe che seguono
– Agenti:
-Marshal Soyam Samuh (Cooperativa Autonoma)
– Dakunga – Marshalnagar
– Sorabag – 6 Morang – Nepal

Attraverso: Don Bosco- Sirsiya

4.- Breve introduzione storica e sociale:

Dakudanga è un piccolo villaggio abitato da Adivasi/Janjati del Nepal (abitanti delle foreste, appartenenti alle caste più basse) che si trova  a circa 15 km dalla città di Biratnagar.

In zona ci sono abitanti di altre estrazioni: Bramini, Dalit, Tribali e nepalesi delle Montagne. Tra questi i Tribali sono gente senza terra e vivono sul territorio pubblico, in capanne. Lavorano la terra degli altri che sono di castasuperiore. I tribali vivono così senza sicurezza sociale, con un minimo vitale.

Capita purtroppo con una certa frequenza che i proprietari terrieri arrivino e scaccino in malo modo i lavoratori appiccando il fuoco alle loro capanne, distruggendole e costringendoli ad andarsene.

È quanto è avvenuto il 19 maggio 2010 al mattino molto presto nel villaggio di Dakudanga : drammatica sorte per ben 105 famiglie ! per completezza di informazione dobbiamo aggiungere che ai proprietari terrieri hanno dato un colpo di mano le forze di polizia e gli impiegati amministrativi usando tra l’altro la forza dei bastoni. Il fuoco ha fatto il resto, poi le mazze hanno cancellato ogni traccia del villaggio. Hanno ucciso le loro bestie e bruciato ogni loro bene, di questa gente già sciagurata. Le foto testimoniano ben oltre le parole il disastro perpetrato.

La gente di Dakudanga ha cercato l’appoggio delle autorità, ma nessuno li ha ascoltati nella loro protesta. Apparentemente non esiste alternativa per loro se non la fuga altrove. Confrontato a questo disperato caso, Don Bosco Sirsiya ha effettuato un intervento di emergenza dando loro razioni di cibo, vestiti e medicine. La disperazione è talmente enorme che molti di loro rimangono annichiliti di fronte agli eventi e alla perdita totale di quel poco (quasi niente) che possedevano

5.- Ulteriori informazioni sulla gente e i luoghi:

Tutta la gente colpita è senza terra e solo alcuni di loro posseggono la carta di legittimazione. Gli altri non l’hanno per via del loro completo analfabetismo e della povertà assoluta. Sono stati piazzati su una  terra pubblica non utilizzabile, inizialmente spintivi dai signorotti locali.  Sono poi stati obbligati a vendere i pochi beni che avevano per acquistare il materiale necessario alla costruzione di una capanna per famiglia.

Così sono rimasti senza capre, maiali o mucche e sono stati costretti ad iniziare la vita contadina per gli altri.

Hanno vissuto da quel momento lavorando stagionalmente sotto i proprietari terrieri, crescendo campi di riso per questi ultimi e ciò fino al 19 maggio 2010.

Questa povera gente, circa 1/3 delle famiglie, non è fuggita e ha chiesto aiuto alle autorità, invano. Don Bosco è stato informato del disastro e si è sentito in dovere di intervenire. Come immediata misura di emergenza si sono donati 7 kg di riso per famiglia, medicamenti di soccorso e parole d’ incoraggiamento e promessa di aiuto per il futuro immediato.

Si è poi interpellata CARITAS Nepal che ha portato cibo e teli di Tarpolin (plastica rinforzata).

5 persone fra la gente hanno costituito un comitato e con loro si è redatta una lista aggiornata dei colpiti distribuendo alla meglio i soccorsi materiali.

I lavori del villaggio Arcobaleno-Marshalnagar sono iniziati

Edvige con Padre Jacob in visita al villaggio